Omaggio a Ettore Roesler Franz

Un viaggio nel presente alla scoperta dei luoghi del passato



Omaggio a Ettore Roesler Franz, 2009/2013,
stampa Fine Art su carta Canson,
cm 60 x 90, ed 2/3



Roma città eterna? Roma caput mundi? Chissà (ma a sentirle queste definizioni viene sempre un po’ da sorridere, a noi Romani).
Allora Roma città aperta? Ecco: si, certo; ma dobbiamo intenderci sull’aggettivo: Roma città aperta al dialogo, al confronto, all’incontro, all’accoglienza. Aperta al forestiero, al turista, al pellegrino. Aperta a chiunque voglia mettersi in dialogo con il mondo. Aperta alla storia. Che qui si cerca e si incontra. E talvolta si trova e si ritrova.
L’idea esplicita che sostiene il progetto di Omaggio a Ettore Roesler Franz di Fabio De Benedettis è quella che sempre sostiene l’arte: cercare di fermare il tempo, hic et nunc, per proporre del presente stesso, dell’esistenza, e della percezione di questa stessa esistenza, un’immagine autentica, il “monumento” di quello che c’è, che è sempre sintesi precaria di tutto il passato, e di tutto il futuro. L’idea implicita, ma al tempo stesso evidente, del progetto è la negazione/affermazione che quella Roma di un secolo e mezzo fa ovviamente non c’è più, e che al tempo stesso quella stessa Roma, c’è, ci deve essere. E dal momento che, per forza, c’è, deve stare dove stava, nei medesimi luoghi se non con le medesime presenze. E allora ecco il compito dell’artista, che è pronto a contaminare tempi (ieri/oggi) e strumenti di rappresentazione (quadro/fotografia) pur di raggiungere, per un attimo magari, quella sintesi che la percezione sensoriale, sempre necessariamente precaria, sempre oltretutto distratta da scadenze, impegni, rumori, impedisce di vedere.
Fantasmi? Ma no. Memoria. Memoria e confronto. Che consentono di far rilevare un quadro originale e suggestivo della nostra città di “sempre solenne ricordanza”.  

Il processo creativo dell’artista parte dagli storici acquerelli del pittore romano, il quale, con il suo pennello, intendeva rappresentare la parte della Roma che andava scomparendo nella furia di rinnovamento della città, in seguito all’unità d’Italia. Caratteristica di Roesler Franz era quella di focalizzare l’attenzione non sui monumenti famosi della capitale ma sui cosiddetti “paesaggi minori” quali vicoli, piazze e gli argini del Tevere, animati sempre da personaggi del “popolino” intenti nelle loro attività quotidiane.

Fabio De Benedettis, partendo da queste vedute, è andato a ricercare l’esatto punto di vista in cui il pittore pose il suo cavalletto, ricostruendo con minuziosità le vedute senza trascurare alcun dettaglio, comprese le condizioni climatiche presenti nelle varie scene. Dalla sovrapposizione della fotografia contemporanea sull’acquerello, De Benedettis è riuscito a fondere, con un sapiente gioco di rimandi, personaggi di ieri e di oggi ottenendo un inedito effetto di “macchina del tempo.”

Marcello Teodonio